Il cammino di Francesco

In senso stretto, non esiste alcuna Via di Francesco o Cammino di Francesco: non come, almeno, si parla del Cammino di Santiago e della Via Francigena. Questi sono percorsi di pellegrinaggio consacrati da un tradizione millenaria, attestati da una copiosa letteratura di viaggio e dalla presenza sul terreno di vestigia storiche e artistiche collegabili con il flusso dei viaggiatori diretti alle grandi mete della cristianità. Niente di tutto questo possiamo ritrovare lungo gli itinerari che conducono ad Assisi, a parte alcune eccezioni relative a singoli tratti che coincidono con la viabilità più antica.
La Via di Francescoè un cammino, un itinerario che collega tra loro alcuni “luoghi” che testimoniano la vita e la predicazione del Santo di Assisi; un “nuovo” percorso di pellegrinaggio, che intende riproporre l’esperienza francescana nelle terre che il Poverello ha calcato nelle sue itineranze. Proprio nell’aderenza alla storia di Francesco la Via trova la sua plausibilità e il suo fascino: i paesaggi sui quali l’occhio del pellegrino si posa sono i medesimi che hanno rallegrato il cuore semplice di Francesco; le località di tappa conservano la memoria delle sue parole e delle sue gesta; la gente che si incontra lungo il cammino di Assisi è imparentata con lui.
La figura di Francesco, che giganteggia in Assisi, meta del cammino, accompagna in realtà per tutto il percorso, parlando alla mente e al cuore del viandante della possibilità di condurre la vita quotidiana in piena armonia con il mondo, con l’uomo e con Dio. È un’arte di vivere preziosa, che è il più autentico frutto del cammino verso Assisi: un regalo che l’Umbria di Francesco è capace di fare al pellegrino, come a ogni persona che le si accosti con l’animo aperto.
 
Cammino di Assisi: Il percorso di San Francesco da sud verso Assisi

Si inizia a camminare nella Valle Santa reatina. La Valle è detta “santa” per aver ospitato numerosi insediamenti monastici e, dal XIII secolo, i “luoghi” degli ordini mendicanti: si arriveranno a contare fino a ventitré conventi francescani. L’itinerario prosegue nella Valnerina. Questa è stata nei secoli un percorso importante per la transumanza e per i commerci, variante “direttissima” della Via Lauretana da e per Roma. La parte centrale del cammino di San Francesco si snoda nella Valle di Spoleto (o Valle Umbra), tanto cara a Francesco: Nihil iucundius vidit mea valle spoletana. Numerose abbazie, pievi e conventi testimoniano il fascino spirituale di questo territorio, che racchiude centri storici ricchissimi di arte e storia. Più in alto, si trovano boschi di caducifoglie, con la significativa presenza del pino d’Aleppo. Tra di essi spicca l’antico bosco sacro di Monteluco, che è stato dichiarato Sito di Interesse Comunitario.
Il tracciato della Via giunge finalmente ad Assisi attraverso il territorio di Foligno e il monte Subasio (anch’esso Parco naturale regionale).

Le “vie” e i “luoghi” di Francesco

Contrariamente alla tradizionale stabilitas dei monaci, gli ordini mendicanti che nascono tra il XII e il XIII secolo si caratterizzano per una spiccata propensione all’itineranza. I francescani non fanno eccezione: la predicazione del Vangelo conduce Francesco e i suoi frati da una città all’altra, da un borgo all’altro, ma anche sui monti e tra i boschi, alla ricerca di luoghi in cui ritirarsi in preghiera e penitenza. Oltre che in Umbria e dintorni, il Santo di Assisi intraprende tre grandi viaggi: nel primo si fermerà in Dalmazia; nel secondo arriverà fino in Spagna (probabilmente anche a Santiago de Compostela); il terzolo porterà in Medio Oriente, nel 1219. Le sue peregrinazioni seguono, in ogni caso, le principali vie di comunicazione terrestri e marittime del suo tempo, e toccano le principali località.
Molti insediamenti francescani, che egli chiama “luoghi” (per sottolinearne la semplicità e la piccolezza), sorgeranno infatti ai margini delle città, perché i frati siano vicino ai poveri, abbiano dove chiedere l’elemosina e soprattutto possano raggiungere le persone con la predicazione. Nel corso dei secoli, molti di questi primitivi conventi sono divenuti importanti complessi, con chiese ed edifici ricchi di arte. Altri “luoghi”, invece, si stabiliscono in zone pressoché deserte, nei boschi e in collina, per offrire ambienti più adatti alla preghiera, alla meditazione e alla penitenza.
Questa seconda tipologia di conventi, che abbonda proprio lungo il tracciato della Via di Francesco, trasmette ancora oggi il fascino della semplicità francescana; di un’essenzialità anche architettonica che si inserisce in piena armonia con il creato; di una ricerca di Dio che parte dalle piccole cose. Per di più, non si tratta di gusci vuoti: il pellegrino può incontrare i moderni discepoli di Francesco, uomini e donne che tentano di seguire i suoi passi nella povertà, nella castità, nell’obbedienza, nell’accoglienza caritatevole del fratello. Può condividerne non solo gli spazi, ma il ritmo di preghiera e di vita, che aiuta a scoprire il senso profondo – umano e cristiano – del proprio cammino lungo la Via di Francesco. Si compie, pertanto, un pellegrinaggio che non guarda solo al passato, ma al presente e al futuro; un itinerario “vivo”, in cui il Poverello parla ancora all’uomo interiore.

Fonte: Francesco’ ways